BGE 95 IV 150 | |||
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37. Sentenza del 26 settembre 1969 nella causa Joos contro Camera di cassazione e di revisione penale del Cantone Ticino. | |
Regeste |
Pflichtwidriges Verhalten bei Unfall; Flucht des Fahrzeugführers, der einen Menschen getötet oder verletzt hat. Art. 92 Abs. 2 SVG. |
2. Ein Fahrzeugführer, der nicht auf der Unfallstelle bleibt, ergreift die Flucht (Erw. 2). Ist er selber verletzt, so ist er von der Anklage der Führerflucht nur freizusprechen, wenn er die ihm obliegenden Pflichten soweit als möglich erfüllte, bevor er sich von der Unfallstelle entfernte (Erw. 3). | |
Sachverhalt | |
A.- Nel primo mattino del 17 aprile 1966, mentre stava tornando a casa al volante dell'automobile della moglie, Bernardo Joos si scontrò in via Collina d'oro a Lugano con la vettura guidata da Walter Abt. Joos aveva passato la serata a Castagnola, nella villa del barone von Thyssen, ove aveva giocato a bridge, cenato, e bevuto vino rosso e whisky; successivamente si era recato in due locali notturni di Lugano, nei quali bevve ancora whisky.
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Subito dopo l'urto frontale delle vetture, entrambi i conducenti scesero a terra. Joos tuttavia risalì immediatamente e fece indietreggiare l'automobile d'una ventina di metri, lasciandola poi ferma sul margine destro della strada. Indi scese di nuovo e, barcollando, si incamminò verso casa, nonostante le insistenze di Abt perchè restasse sul luogo.
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La polizia, che scoperse il nome del conducente attraverso il trittico lasciato nella vettura, si recò immediatamente nell'abitazione di Joos, ma i di lui familiari le dichiararono di non averlo ancora visto tornare. Altri interventi degli agenti furono inutili. In realtà, Joos era stato nel frattempo ricoverato all'ospedale, ove gli fu constatata una ferita lacero-contusa alla testa, con segni di commozione cerebrale. La famiglia di Joos avvertì la polizia dell'avvenuto ricovero del loro familiare all'ospedale solo verso le 10.45. L'analisi del sangue, eseguita alle 11.00, rivelò una alcoolemia dell'1,4‰.
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Walter Abt riportò dall'infortunio contusioni al braccio destro e alla spalla, e rimase parzialmente inabile al lavoro per circa due mesi.
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B.- Con sentenza dell'11 ottobre 1968 il Presidente delle assise correzionali di Lugano-città riconobbe Bernardo Joos colpevole di circolazione in stato di ebrietà, di infrazione grave alle norme della circolazione e di inosservanza dei doveri in caso d'infortunio, e lo condannò ad una pena di due mesi di detenzione, sospesi condizionalmente.
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Un ricorso interposto da Joos contro tale condanna fu respinto dalla Corte di cassazione e di revisione penale del Cantone Ticino il 25 febbraio 1969.
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C.- Joos impugna quest'ultima sentenza davanti al Tribunale federale, mediante un tempestivo ricorso per cassazione. Egli chiede che gli atti siano rinviati all'autorità cantonale per nuovo giudizio.
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Considerando in diritto: | |
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Secondo l'art. 92 cpv. 2 LCStr., il conducente che, dopo aver ucciso o ferito una persona in un infortunio della circolazione, si dà alla fuga, commette un reato che va punito. Giusta gli accertamenti di fatto vincolanti della Corte cantonale (art. 277bis cpv. 1 PPF), Walter Abt ha riportato nell'infortunio provocato dall'agire colpevole di Joos ferite al braccio e alla spalla. Il ricorrente, invero, contesta che Abt possa essere considerato come un "ferito" ai sensi della legge, dal momento ch'egli non sarebbe rimasto nemmeno un sol giorno totalmente inabile al lavoro. Questa opinione è infondata. La legge par la semplicemente di persona "ferita", cosicchè la gravità delle lesioni appare irrilevante (BADERTSCHER, p, 257 all'art. 92 cpv. 2 LCStr.; v. pure SCHULTZ, Strafbestimmungen, p. 218, secondo cui basta anche una leggera ferita). Anche nel caso di lievi contusioni o di escoriazioni, quando si può rinunciare al concorso della polizia, l'autore del danno deve almeno indicare al ferito il proprio nome e l'indirizzo (art. 55 OCStr.): ciò presuppone naturalmente che l'autore del danno non si allontani puramente e semplicemente dai luoghi. Del resto, in concreto, Abt ha riportato dall'infortunio ferite non del tutto lievi o insignificanti, se ha dovuto rimanere inabile al lavoro nella misura del 50% per poco meno di due mesi, e nella misura del 25% per altri cinque giorni.
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Se ne deve dedurre che le ferite subite da Walter Abt e che il ricorrente a ragione non pretende d'aver ignorate, fanno ritenere senz'altro adempiuto il citato requisito dell'art. 92 cpv. 2 LCStr.
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Prescrivendo di non allontanarsi dal luogo dell'infortunio, l'art. 92 LCStr. intende perseguire un triplice scopo. Innanzitutto, quello di limitare al minimo i danni subentrati, attraverso l'aiuto ai feriti e l'adozione di misure atte a garantire la sicurezza della circolazione. Poi, quello di permettere un accertamento rapido e sicuro delle circostanze in cui l'infortunio si è prodotto. Infine, lo scopo di identificare gli interessati e i testimoni, anche in vista d'eventuali pretese civili. Sotto tale luce, è pertanto irrilevante che l'autore del danno prosegua nella sua marcia senza nemmeno fermarsi, oppure fermi la vettura sul luogo dell'infortunio per poi allontanarsene a piedi senza il permesso della polizia (v. SCHULTZ, op.cit., p. 218). D'altra parte, fuggendo dal luogo dell'incidente, l'autore del danno, secondo le circostanze, si sottrae pure illegittimamente alla prova del sangue ai sensi dell'art. 91 cpv. 3 LCStr.
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Nella fattispecie, secondo le constatazioni vincolanti delle istanze cantonali, Bernardo Joos si è prodotto solo una lieve ferita al cuoio capelluto e, forse, anche una leggera commozione cerebrale. Comunque, egli ha lasciato l'ospedale appena 10 minuti dopo esservi entrato. Vero è che il ricorrente produce, per la prima volta in questa sede, un certificato medico da cui risulta ch'egli sarebbe stato tosto ricoverato in un altro ospedale, ove si sarebbe fermato qualche giorno. Ma questo certificato, anche a prescindere dalla sua inammissibilità (art. 273 cpv. 1 lett. b PPF), è irrilevante, perchè non dice più di quanto ha accertato la polizia. Quest'ultima non ha d'altra parte rilevato nè sulla vettura di Joos nè sul luogo dell'incidente alcuna traccia di sangue del ricorrente. Lo stato di Joos non era quindi tale da permettergli di abbandonare immediatamente, e senza indicare il proprio nome e indirizzo all'altro protagonista dello scontro, il luogo dell'incidente. In ogni caso, egli avrebbe dovuto almeno spiegare ad Abt perchè e dove andava. Certo, il ricorrente ha abbandonato sul posto la vettura che aveva guidato: ma questa circostanza non gli giova, perchè, in realtà, l'automobile apparteneva alla moglie, e l'identità del conducente ha potuto essere accertata solo dopo l'intervento della polizia. Joos è quindi fuggito dal luogo dell'incidente senza averne il diritto, e comunque senza aver prima adempiuto il propri doveri. I requisiti per il reato previsto dall'art. 92 LCStr. sono quindi adempiuti. In tali circostanze, il ricorso si rivela non solo infondato, ma, tenuto conto della notevole mitezza della pena inflitta, anche temerario.
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Il Tribunale federale pronuncia:
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