BGE 115 IV 187 | |||
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42. Estratto della sentenza del 5 giugno 1989 della Corte di cassazione penale nella causa S. c. Procura pubblica sottocenerina (ricorso per cassazione) | |
Regeste |
Mord, Art. 112 StGB. | |
Sachverhalt | |
Il 3 settembre 1984, verso le ore 04.00, S. uccideva a colpi di pistola, esplosi dall'alto verso il basso e da ravvicinata distanza, nell'angusto chiosco di una stazione di servizio, F. e P. S. aveva trovato F. e P. seduti a un tavolo e li aveva minacciati con la pistola carica. Mentre P. rimaneva immobile, F. si prostrava verosimilmente inanzi, voltandosi verso il calorifero dove erano appoggiate una mazza chiodata e una sbarra di ferro per misurare il livello della benzina. S. sparava allora sei colpi, quattro a F. e due a P. Appropriatosi della borsa a tracolla del benzinaro F., S. si allontanava con l'autovettura che era stata rubata per effettuare il colpo.
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Considerando in diritto: | |
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Secondo l'unanime dottrina, l'uccisione di una persona a scopo di rapina costituisce un tipico caso di assassinio ai sensi dell'art. 112 CP (v. tra altri, HANS BINDER, Der Massstab bei der Beurteilung der Tötungsdelikte, in Schweizerische Zeitschrift für Strafrecht (ZStR), vol. 67 (1952), pag. 322; HANS WALDER, Vorsätzliche Tötung, Mord und Totschlag (StrGB art. 111-113) in ZStR vol. 96 (1979), pag. 148; GÜNTER STRATENWERTH, Schweizerisches Strafrecht, Parte speciale, ad art. 112, pag. 86; JÖRG REHBERG, Strafrecht III, pag. 51; O. A. GERMANN, Schweizerisches Strafgesetzbuch, ad. art. 112 (pag. 203) e Das Verbrechen im neuen Strafrecht, ad art. 112 (pag. 15) e ad art. 139 (pag. 265); MARTIN SCHUBARTH, Kommentar zum schweizerischen Strafrecht, Parte speciale, ad art. 112 n. 23 (pag. 86). È all'uopo sufficiente che l'uccisione abbia luogo nel quadro della commissione della rapina, essendo irrilevante per la configurazione giuridica che il rapinatore abbia ucciso prima, durante o subito dopo la fase dell'appropriazione del bottino, che abbia ucciso senza una ragione particolare oppure per timore di una reazione (effettiva o presunta) della vittima, ecc. La particolare perversità e/o pericolosità risultano dal fatto stesso che, per appropriarsi del denaro della vittima della rapina, l'agente non esiti ad ucciderla. Nel caso concreto, la duplice uccisione commessa dal ricorrente per portare a termine la sua rapina integra compiutamente e in modo esemplare tutti gli elementi della fattispecie legale dell'art. 112 CP.
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3. Il ricorrente non mette in discussione circostanze particolari che obblighino il giudice a scostarsi dall'unica pena comminata per l'assassinio, la reclusione perpetua. A ragione egli si limita a chiedere la derubricazione dell'imputazione da assassinio ad omicidio intenzionale. Come già ribadito dalla Corte di cassazione e di revisione penale del Cantone Ticino, il momento di discontrollo del ricorrente, evocato dalle conclusioni psichiatriche e ritenuto attendibile dalla Corte di merito, e intervenuto alla verosimile reazione di F. dopo la sua intimazione, non esclude la particolare perversità accertata e rivelata dall'intero suo agire, teso solo ad impossessarsi ad ogni costo del denaro. Non v'è quindi motivo per la Corte di cassazione del Tribunale federale di rilevare una violazione del diritto federale in cui sarebbe incorsa la CCRP, e ciò neppure tenendo conto di eventuali implicite censure connesse con la motivazione tendente ad ottenere una dichiarazione di colpevolezza per omicidio intenzionale anziché per assassinio.
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