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42. Estratto della sentenza del 5 giugno 1989 della Corte di cassazione penale nella causa S. c. Procura pubblica sottocenerina (ricorso per cassazione) | |
Regeste |
Mord, Art. 112 StGB. | |
Sachverhalt | |
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Considerando in diritto: | |
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Secondo l'unanime dottrina, l'uccisione di una persona a scopo di rapina costituisce un tipico caso di assassinio ai sensi dell'art. 112 CP (v. tra altri, HANS BINDER, Der Massstab bei der Beurteilung der Tötungsdelikte, in Schweizerische Zeitschrift für Strafrecht (ZStR), vol. 67 (1952), pag. 322; HANS WALDER, Vorsätzliche Tötung, Mord und Totschlag (StrGB art. 111-113) in ZStR vol. 96 (1979), pag. 148; GÜNTER STRATENWERTH, Schweizerisches Strafrecht, Parte speciale, ad art. 112, pag. 86; JÖRG REHBERG, Strafrecht III, pag. 51; O. A. GERMANN, Schweizerisches Strafgesetzbuch, ad. art. 112 (pag. 203) e Das Verbrechen im neuen Strafrecht, ad art. 112 (pag. 15) e ad art. 139 (pag. 265); MARTIN SCHUBARTH, Kommentar zum schweizerischen Strafrecht, Parte speciale, ad art. 112 n. 23 (pag. 86). È all'uopo sufficiente che l'uccisione abbia luogo nel quadro della commissione della rapina, essendo irrilevante per la configurazione giuridica che il rapinatore abbia ucciso prima, durante o subito dopo la fase dell'appropriazione del bottino, che abbia ucciso senza una ragione particolare oppure per timore di una reazione (effettiva o presunta) della vittima, ecc. La particolare perversità e/o pericolosità risultano dal fatto stesso che, per appropriarsi del denaro della vittima della rapina, l'agente non esiti ad ucciderla. Nel caso concreto, la duplice uccisione commessa dal ricorrente per portare a termine la sua rapina integra compiutamente e in modo esemplare tutti gli elementi della fattispecie legale dell'art. 112 CP.
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